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Il Salone Cinematografico e Teatrale dell’Ussero, gestito dalla ditta Giovanni Allegrini, fu aperto al pubblico sabato 16 dicembre 1905 con il nome di Primario Cinematografo Lumière in parte dei locali, opportunamente ristrutturati, dell’ex Caffè dell’Ussero, corrispondenti all’attuale androne d’ingresso ed all’attuale cartoleria di Palazzo Agostini sul Lungarno di Tramontana, ove era la sala dei biliardi del caffè.
Il Lumière era il secondo cinema inaugurato a Pisa (…)

La sua collocazione in un palazzo storico che può non costituire un fatto eccezionale per un cinematografo nei primi anni del Novecento, lo diventa quando - dopo quasi un secolo - questo cinematografo, oggi tutelato dal Ministero per i Beni Culturali, occupa ancora gli stessi ambienti.
Il brano è tratto dal libro "Il Lumière di Pisa" di Renato Bovani e Rosalia Del Porro; Felici Editore - Pisa.

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16 dicembre 2005, in occasione della riapertura dopo il restauro, intervista a Cosimo Agostini, figlio del fondatore del cinematografo e discendente della famiglia che abita l’immobile dal 1494 e che ospita il cinematografo.
Dopo l’ultima chiusura del marzo 2001, come nasce l’idea di riaprire questo locale con funzioni di cinematografo?
L’idea nasce con il piano di recupero di iniziativa privata (approvato con delibera del Consiglio Comunale nr. 63 del 23/11/01), realizzato attraverso il restauro storico-architettonico e la riqualificazione funzionale di alcune porzioni dei Palazzi dell’Ussero (o Agostini) e del Dado (o Tilli) sul retro del Lungarno di Tramontana nei Vicoli del Tidi e del Porton Rosso. Dopo la chiusura dello Splendor nel 2001, avevamo pensato di destinare tutte le infrastrutture retrostanti il Palazzo a parcheggio di auto, considerata la consolidata destinazione a tangenziale di attraversamento del Lungarno; dopo un periodo di riflessione, le tradizioni di famiglia hanno prevalso su altre ipotesi: il palazzo doveva continuare a ospitare al suo interno un luogo di “spettacolo”, che mio padre aveva costruito per la nostra città!

Che cosa si è voluto realizzare con il piano di recupero ed adeguamento funzionale del retro di Palazzo Agostini ?
Credo che non si possa negare che il contesto urbano e storico nel quale si inserisce l’ex cinema Splendor appare di rilevante interesse e significato. Dietro il grande scenario del lungarno pisano, secondo una strutturazione urbana consapevolmente affermatasi nel corso della storia, i vicoli che delimitano l'isolato in questione introducono ancora oggi, come in antico introducevano chi proveniva dal fiume Arno o dal ponte in legno di fronte alla chiesa di S. Cristina, all’area centrale della città dove i recenti restauri hanno probabilmente permesso di riscoprire le strutture medievali originarie della chiesa di S.Ilario in Porta Aurea e di una porzione delle antiche mura pisane (precedenti il 1155 e rimaste inglobate per tutti questi secoli sotto il giardino pensile del Palazzo, la cui presenza è attestata già nell’atto di acquisto del 1494). Quel che è certo, è che imboccando dal lungarno il vicolo del Porton Rosso o, più ancora, il tratto a volta iniziale del vicolo del Tidi (o dell’Ussero) sotto l’antica torre degli Azzopardi, l'impressione è quella di varcare la soglia di un mondo diverso, che immediatamente porta a ripensare alla storia della città e alla sua eredità medioevale.
I palazzi interessati al piano di recupero sono quelli dell’Ussero [1] (o Agostini) e del Dado [2] (o Tilli), edifici storici che si trovano sulla riva destra del fiume Arno, nel tratto compreso tra il Ponte detto di Mezzo ed il Ponte Solferino. Il nome con cui sono conosciuti è legato alla presenza dello storico caffè dell’Ussero, fondato nel 1775, e del più antico cinematografo cittadino, originariamente Lumière [3] poi Splendor [4] , inaugurato a Pisa nell’inverno del 1905, unico cinema rimasto ininterrottamente in attività dall’inizio del XX secolo a Pisa, ma probabilmente anche in Italia. L’esterno dell’edificio, recentemente restaurato, porta la firma del noto architetto ed ingegnere Luigi Bellincioni [5].

A chi è stata affidata la necessaria ristrutturazione degli ambienti interni?
Il nuovo progetto degli interni dell’ex cinematografo Splendor, che riprenderà l’originario nome del 1905 e cioè Lumiére, porta la firma degli architetti Paolo Barbi e Paolo Fisher che hanno voluto recuperare l'impianto degli spazi originari e delle permanenze del costruito più antico, e dunque hanno debitamente tenuto conto (sia pure con logiche e sensibilità diverse) di quanto preesistente. Gli architetti, incaricati dalla società che gestirà il cinematografo, stanno attualmente lavorando con alacrità per rinnovare il locale e per cercare di salvare tutta una serie di reperti medioevali emersi durante i lavori di restauro. Ma è necessario che anche altri Enti e Istituzioni diano il loro contributo perché anche tutta l’area esterna sia bonificata e riconsegnata a un uso più proprio e continuo da parte dei pisani. In tal senso, uno speciale è doveroso ringraziamento deve andare all’Azienda per il Diritto allo Studio di Pisa, che, a conclusione del restauro dell’ex Albergo Nettuno, ha voluto offrire l’illuminazione dell’antico vicolo del Tidi, che era abbandonato a un vergognoso stato di degrado, e all’Amministrazione Comunale che sta realizzando l’illuminazione del Vicolo del Porton Rosso.

VISITE
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e-mail: lumiere@lumierecinema.it
telefono: 050.9711532

Comune di Pisa - Lumière s.rl.




[1] Il primo documento dell'archivio privato Agostini, che attesta la struttura dell’edificio, è l'atto di acquisto in cui si descrive il palazzo di San Martino alla Pietra composto "di quattro solai ed un giardino d'aromi con una torre in parte coperta ed in parte scoperta dietro detto palazzo e di quattro botteghe". A comprare, nel novembre 1494, dalla famiglia  degli Astajo erano Mariano e Pietro Agostini, appartenenti ad un casato di origine mercantile, ascritto già dal XII secolo al patriziato pisano. Al piano terreno della dimora è presente il Caffè dell’Ussero, che risalirebbe alla prima metà del Settecento secondo alcune lettere private indirizzate agli Agostini. La denominazione di "Caffè dell'Ussero" è in ogni modo riportata per la prima volta, ufficialmente, in una nota al contratto d'affitto del 1° settembre 1775.
[2] Ceduto e incorporato al Palazzo dell’Ussero (o Agostini) nel 1788, venne abitato da Michel Angelo Tilli (1655-1710), primo membro italiano della Royal Geografic Society di Londra e direttore dell’Orto Botanico a Pisa, che coltivò con successo il caffè per la prima volta in Europa.
[3] Alla fine dell’ottocento, nel dicembre 1894, i fratelli Lumière completarono la messa a punto di un prototipo che rivoluzionerà il sistema di fruizione collettiva delle immagini in movimento, sarà chiamato cinématographe. I caffè-concerto furono i primi a raccogliere questo nuovo spettacolo in Europa; a Pisa le prime immagini animate furono proiettate al Teatro Rossi il 24 gennaio 1897. Il cinematografo Lumière fu aperto al pubblico sabato 16 dicembre 1905 in parte dei locali, opportunamente ristrutturati, dell’ex Caffè dell’Ussero, corrispondenti all’attuale androne d’ingresso ed all’attuale cartoleria di Palazzo Agostini.
[4] Lo Splendor disponeva di 700 posti a sedere con statue e decorazioni in gesso della ditta Ferrati di Firenze (alcune delle quali sono ancora conservate). Ebbe una “profusa luce elettrica” della “rinomata casa dell’ing. Roster” di Firenze, una lunga ringhiera in ghisa con decorazioni floreali della ditta Pacini di Pistoia (tutt’ora esistente) e “belle sedie in ferro di solida fattura” della ditta Franci di Siena.
[5] Nato a Pontedera nel 1842, fu allievo dell’architetto G.Michelacci ed aiuto ingegnere delle Ferrovie Toscane. Consigliere provinciale a Pisa, dal 1888 fece parte della Commissione per la conservazione dei monumenti e delle antichità della Provincia di Pisa. Numerosi sono gli interventi in Teatri e Cinema della Toscana che portano la sua firma.